proposta di contrasto d'interessi
- E’ un sistema complesso ma non complicato.
- La tecnologia è disponibile.
- Il minor gettito irpef derivante da reddito da lavoro è compensato dal gettito da lavoro autonomo, reddito d’impresa e maggior gettito iva. (sono necessarie simulazioni, ma mi pare realistico)
- Colpisce il risparmio (anche se un concetto di risparmio allargato, stanti le deduzioni parziali) il che produce minor pressione fiscale sui soggetti con redditi medio bassi. Quelli cioè che consumano interamente il proprio reddito (si possono poi prevedere come correttivi detrazioni per portare l’imposta a zero per i redditi molto bassi).
- Colpisce il risparmio allargato che è funzione del potere d’acquisto (a parità di reddito nominale l’imponibile fiscale è più elevato nelle aree dove il costo della vita è più basso) un meccanismo di contribuzione assai più rispettoso dell’art 53 della costituzione.
- Il circolante cartaceo si riduce vista la maggior semplicità della plastica
- ( accelerando la riduzione dell’economia sommersa che si nutre di contante) mentre la maggiore provvista bancaria potrebbe compensare le banche dell’onere relativo al flusso dati.
- La maggior provvista bancaria dovrebbe generare maggior impieghi e quindi
- maggiori investimenti.
- Grazie a flussi dati a cadenza mensile sull’Iva riscossa dai sostituti si potrebbe pensare di introdurre l’iva monofase (ovvero la gestione iva caricata solo sull’ultimo anello della catena distributiva) alleggerendo di molto la gestione amministrativa di milioni di imprese ed eliminando alla radice le frodi iva (è da valutare la compatibilità con le direttive europee).
- L’amministrazione finanziaria azzererebbe i controlli sui piccoli soggetti commerciali, concentrando gli sforzi sui medi e grandi contribuenti, elusione fiscale, frodi ed evasione attraverso operazioni su estero. Fenomeni odiosi e iniqui.
- Il controllo sui redditi sarebbe totale o quasi e non a campione: tutti gli anni, strutturalmente.
- Il costo di realizzazione del sistema non mi sembra astronomico. Richiederebbe dei costi fissi alla partenza ma bassi costi variabili di gestione.
processo a scadenza
emma vs baffino
lodo alfano
Napolitano
l'approfondimento all'italiana
Da tempo mi chiedo il perché in Italia le trasmissioni televisive di dibattito politico si traducono in puri battibecchi offrendo ben poco al telespettatore per farsi un’idea delle questioni affrontate. A volte mi capita di vedere Hard Talk sulla BBC e mi dico: Questo si che è un modello informativo desiderabile.
Non mi voglio prolungare in questi termini. L’idea malsana che mi sono fatto osservando i dibattiti televisivi è che ci troviamo di fronte a un gioco in cui l’equilibrio che ne è scaturito è un’aberrazione.
Il gioco, in termini non formali e incompleti, è il seguente: due gruppi di giocatori Giornalisti, Politici. definiamo il loro obiettivo: la visibilità.
Tale definizione dell’obiettivo, assolutamente arbitraria e sindacabile, è il movente del gioco. Per i Giornalisti l’obiettivo è lo share, per i Politici la possibilità di auto-segnalazione verso l’Elettore. I Giornalisti per ottenere uno share elevato sanno che è necessario avere in trasmissione “ospiti importanti”. E’ ragionevole pensare che gli Elettori considerino una trasmissione meritevole di interesse se gli ospiti sono coloro che sono in grado ex-post di esercitare effettivamente le scelte politiche. Quindi i Giornalisti invitano alla trasmissione i vari ospiti cercando di spuntare più “pezzi grossi” possibili. D’altro canto i Politici necessitano di essere invitati, per ottenere visibilità, ma tale visibilità è influenzata da due variabili: i minuti a disposizione, e la possibilità di non essere falsificato ovvero di uscire dall’eventuale contradditorio in una posizione non negativa. Qua è necessaria una breve qualificazione ed esemplificazione. Con il termine non-falsificazione intendo dire la possibilità di concludere il dibattito non mutando l’orientamento, l’approvazione, la percezione di autorevolezza da parte dell’Elettore. E’ il caso classico del dibattito in cui entrambi i contendenti, a supporto delle proprie tesi, snocciolano cifre negando a vicenda l’attendibilità di quelle della parte avversa, senza che lo scontro si concluda con una chiarificazione su cosa “rappresenta il reale” e lasciando quindi in una posizione di “stallo” l’Elettore, che solitamente non ha la voglia e/o gli strumenti per verificare autonomamente. E quindi attribuisce una verità alle informazioni ricevute in base ad altri parametri: la simpatia, l’eleganza o quello che preferite. E’ chiaro che, nella malaugurata ipotesi in cui il Politico si trova ad essere falsificato, il minutaggio ha una ricaduta negativa sulla sua visibilità. Un esempio lo trovate qui, http://www.youtube.com/watch?v=j1DiM6UluCA , autorevolezza a parte, vi prego di notare il brusio di sottofondo.
Dunque i Politici accettano l’invito se gli è garantito un minutaggio soddisfacente e la presunzione di non essere falsificato, altrimenti non vanno. Siccome esiste una competizione tra i Giornalisti per accaparrarsi i Politici o meglio il sub-set di “autorevoli” e questi hanno sempre a disposizione un invito alternativo, le scelte operate dai Politici tenderanno a selezionare i format televisivi accondiscendenti o comunque non incalzanti.
D’altro canto i Giornalisti per non vedersi spogliare dei Politici di punta sono costretti a una competizione al ribasso sul piano informativo. Basti notare che a domanda del conduttore, anche se non pericolosa, il politico preferisce autogestire il proprio spazio parlando di ciò che lo aggrada, portando il sistema ad un equilibrio di lecchinaggio.
Il risultato è che Porta a Porta diventa un “focal point” al quale il sistema converge.