24 febbraio 2008
il costo della semplificazione
Ieri ho seguito il progetto CarpeDem. Due incontri mi hanno colpito quello di Telese e Macaluso. Macaluso sul piano di principio ha assolutamente ragione: un partito è per definizione di parte, deve cioè connotare un portato ideologico e culturale, cosa che il PD non ha, assomigliando di più ad un cartello elettorale. Tuttavia abbiamo già vissuto un periodo fatto di partiti ben delineati con l'effetto di dover creare delle coalizioni più o meno trasversali per costituire un governo. Si discute e si è discusso della frammentizzazione e dell'ingovernabilità di tale sistema. Ossia un sistema in cui per governare è necessaria la sintesi di posizioni diverse.
Oggi si va verso un meccanismo di semplificazione, con partiti pluralisti che dovrebbero governare senza il ricorso ad appoggi esterni - ammesso che accada - e con la necessità di trovare una sintesi interna delle varie aree o correnti che alimentano il partito. Questo sacrificio pagherà? Renderà più governabile il paese? Riuschirà davvero a fornire scelte, decisioni? Con tutta la buona volontà posso solo immaginare e sperare che l'unico frutto possibile sia una maggiore stabilità, presumendo che le dispute interne siano sanabili senza il ricorso all'exit. Ma il costo che ci apporontiamo a pagare vale davvero la candela? Possono convivere anime così diverse nello stesso partito? La Binetti talebana cristiana che usa il cilicio e la Bonino spirito laico e liberale dal motto "in scienza e coscienza". Non mi pare un gran punto di partenza da cui lanciare "il coraggio della scelta". Certo in campagna elettorale le questioni etiche non devono prendere il sopravvento, tra le priorità c'è il mercato del lavoro, la giustizia, l'efficienza della PA, la produttività, le liberalizzazione, ecc. Ma su Le questioni etico-morali ci si dovrà pur imbattere prima o poi, personalmente ho in testa qualche idea per risolvere le questioni economico-sociali del paese, che sono diverse da quelle del PD ma sono ben disposto ad appogiarne altre se credo che vadano nella stessa direzione anche se con percorsi diversi, in campo etico la variabilità invece è molto ridotta e verrà il giorno in cui qualcuno punterà fermamente i piedi per fede o per liberalità. Sono perplesso, mi rifiuto di avere il cilicio in Parlamento, una che già vuole imporre diktat, vedi Veronesi. Ma quanti voti porta sta donna? intendiamoci non è che dovrebbe essere cacciata dal PD: ha il legittimo diritto ad essere tesserata, ma per questo NON necessariamente candidata. Più passa il tempo, più mi sto incazzando e questo è solo una parte delle incazzature. Il costo della semplificazione per me è troppo alto.
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